Fra Religione e Alienazione - 12 luglio 2012
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Con la presentazione alla trasmissione “Gli Intoccabili”, su La7,
condotta da Gianluigi Nuzzi, ha riacquistato visibilità mediatica il
saggio “Nuove religioni e sette”. Meritatamente, perché si tratta di uno
di quei pochi lavori che qui in Italia indagano approfonditamente un
tema così delicato, e spesso con risvolti criminali, come il fenomeno
settario. Seppur non sia una novità editoriale, “Nuove religione e
sette” dovrebbe essere considerato una risorsa fondamentale in questo
campo di ricerca, almeno tanto quanto il più reclamizzato “Occulto
Italia” di Rizzoli che, tra l’altro, analizza solo alcuni gruppi
settari. L’autrice è, infatti, un’esperta di “nuove religioni”, la
dottoressa Raffaella Di Marzio la quale, suo malgrado, era finita al
centro delle cronache giudiziarie per aver presenziato, semplicemente in
qualità di osservatore, ad un incontro sulla presunta psicosetta Arkeon
finita nel mirino di alcuni servizi di Striscia La Notizia.
In verità, come già preannuncia il suo titolo, il libro della Di
Marzio, edito da Magi, si presenta come uno studio, il più possibile
esaustivo e documentato, sul fenomeno della diffusione dei nuovi
movimenti religiosi in Italia, non solo su quelle che si possono
categorizzare come “psicosette pericolose”, proponendo una riflessione e
valutazione critica del contributo di alcuni studiosi, nell’ambito
della psicologia e della sociologia, che hanno cercato di delineare
criteri per una distinzione tra i diversi gruppi religiosi. Il bisogno
di credere, di evadere, di ricercare il senso e la speranza sono tutti
bisogni costitutivi dell'esperienza umana. Ma cosa succede quando il
credere scivola in credulità, il fideismo e l'appartenenza diventano
gregarismo e dipendenza, la fiducia nel leader degenera in ipocritica,
la fantasia e il gioco sono mortificate in stereotipia e ripetitività,
il simbolismo decade in totemismo, il rito in rituale esoterico per
iniziati e la solidarietà e coesione interna diventano chiusura e
distacco dall'esterno?
Già nella prima parte del libro sono, comunque, dibattute le
accezioni “setta” e “lavaggio del cervello”, invocando la necessità di
porre una costante attenzione alle dinamiche individuali e collettive
che si intersecano in complessi processi psicologici e sociali, seppur
cercando di evitare superficiali semplificazioni e generalizzazioni a
cui troppo spesso è ricorso chi si è imbattuto nella materia.
In particolare, nella terza parte si propone un approccio
interdisciplinare per lo studio dei nuovi movimenti religiosi e
l’urgenza di elaborare adeguati strumenti di ricerca. Viene evidenziato
l’apporto che la psicologia della religione può dare, per lo studio
teorico ed empirico del vissuto religioso, e sono segnalate le
difficoltà, attualmente presenti a livello di ricerca, insieme alla
necessità di evitare polarizzazioni di posizioni.
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