venerdì 26 febbraio 2010

Recensione "settiforme"



Recensione di Michele: laureando in Scienze Politiche


Non sono un esperto nella materia che studia o riguarda i movimenti religiosi, i gruppi carismatici o che tratta di “lavaggio del cervello”, di psicologia della religione o più in generale del fenomeno che riguarda il cosiddetto universo delle “sette” in Italia o all’estero e, devo anche dire, non me ne sono mai neppure interessato molto in passato.
Eppure quando ho cominciato a leggere le prime pagine di questo libro che parla un po’ di tutti questi argomenti e di molti altri ancora, mi è stato più o meno impossibile allontanare le mani dalla sua copertina color del Sole. 

Letteralmente un libro che si legge da solo, “Nuove religioni e sette: la psicologia di fronte alle nuove forme di culto” mi è sembrato una vera e propria finestra spalancata su quello che appare oggi come un fenomeno di cui tutti hanno sentito parlare ma sul quale più o meno nessuno sa davvero nulla. Il proposito dichiarato di questo libro è proprio quello di gettare un po’ di luce su una materia che in quanto a controversie e punti di vista opposti e inconciliabili non sembra davvero avere paragoni. 

L’autrice, un’esperta di nuovi movimenti religiosi internazionalmente riconosciuta, scrive sul fenomeno polivalente dei movimenti religiosi alternativi e sulle indagini e statistiche che lo riguardano in un modo che, a chi è stato educato dal sensazionalismo dei media a partorire automaticamente un’immagine fosca quando non pericolosa ogni qual volta si pronunci la parola “setta”, risulterà quantomeno particolare, se non decisamente eterodosso. 

Si perché, come l’autrice stessa afferma, in questo libro sembra davvero presente l’intento di far “dialogare tra loro cuore e cervello, azione e riflessione, esperienza e conoscenza” e di fondare qualsiasi indagine che riguardi l’argomento sui pilastri dell’“informazione, dell’aiuto e della ricerca” avvalendosi di dati, analisi, discussioni e punti di vista che cercano, ricamati l’uno con l’altro, di mettere assieme i numerosi tasselli di un mosaico vasto e complesso quanto profondamente contraddittorio. 

Io personalmente, che come ho già detto non sono affatto un addetto ai lavori (ma un semplice studente di Scienze Politiche), ho trovato questo lavoro non solo “abbordabile” (il libro non arriva alle 200 pagine) e interessante (il linguaggio è chiaro anche se punteggiato qua e là da alcuni termini “tecnici” comunque non insormontabili) ma anche piacevole da leggere (forse troppo, visto che non mi è durato neppure un giorno). 

Per quanto riguarda poi la struttura del libro, se nella prima parte l’autrice offre un’utile panoramica generale sulla diffusione delle religioni minoritarie in Italia con molti interessantissimi dati sull’argomento e illustra l’uso e il significato del tanto controverso termine “setta” e nella terza parte riporta le controversie e gli accesi dibattiti sulla metodologia da utilizzare nello studio dei gruppi religiosi, è però nella seconda parte, a mio avviso, che risiede il vero e proprio cuore pulsante del libro. Proprio qui, infatti, l’autrice si avvale dei suoi anni di esperienza sul campo per riportare con chiarezza esempi unici e originali riguardanti “casi concreti” che catturano davvero l’attenzione e offrono diversi spunti su cui riflettere.

Interessante, didattico, esplicativo e accessibile “Nuove religioni e sette” mi sembra emergere dal magma delle polemiche tra sette e antisette, distanziarsi dal linguaggio infuocato, iperbolico e ripetitivo tanto caro e utilizzato dai media e collocarsi nell’area del pragmatismo e della riflessione psicologica, senza elargire facili soluzioni o spiegazioni preconfezionate ma, proprio perché non sostiene nè attacca indiscriminatamente, invita chi lo legge a “pensare davvero con la propria testa”.












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