domenica 7 marzo 2010

Commento di Francesco, collega psicologo



Ho letto con interesse il suo libro ed essendo uno psicologo come lei l'ho potuto apprezzare, credo, nella sua totalità.

Certamente la prima e la terza parte del suo  libro non sono per chi è digiuno o molto lontano da questa problematica, ma la seconda parte del libro è decisamente per tutti.
Ciò che dice e descrive della sua esperienza sul campo, si vede molto bene, non è nè inventato nè artefatto. Le cifre e le statistiche che lei cita sono verosimili, non come alcune cifre roboanti e francamente ridicole che alcune persone "pseudoesperte" del settore a volte millantano sui loro siti web.
Quello che mi colpisce del suo lavoro è la pacatezza dell'approccio e soprattutto la sua capacità di analizzare i fatti e la dote, "rara" in questi nostri tempi, di saper aggiustare il tiro su questioni così importanti a livello internazionale.
Ecco perchè mi ha particolarmente colpito la postfazione del suo testo che mi permetto di citare in parte :

"Raffaella Di Marzio ha capito – prima di molti altri e, sarei tentato di dire, prima di tutti gli altri – i danni di uno schieramento muro contro muro, e – sulla scorta di esperienze a lei note in corso negli Stati Uniti, dove peraltro è conosciuta e stimata – ha annodato pazientemente i fili del dialogo, a costo di incomprensioni, insulti e attacchi personali.
Questo libro rappresenta la nuova tappa di un processo molto difficile ma altrettanto necessario.
Raffaella ne porta tutto il peso, e - nello stesso tempo - ne ha il maggiore merito."
(pag. 170)


Questa frase a mio avviso riassume bene tutto il suo lavoro.
Le auguro un grande successo editoriale e spero che il suo lavoro sia ripagato dall'apprezzamento di migliaia di lettori.
Un' ultima cosa: se possibile, le chiederei di mettere online TUTTA la postfazione, sempre se la cosa è possibile, ovviamente.

Un caro saluto
Francesco
(collega psicologo)


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RISPOSTA DELL'AUTRICE 
Ti ringrazio, Francesco per il tuo commento che mi sembra colga bene una delle finalità del libro: quella di affrontare il problema "sette" da una prospettiva completa e possibilmente ragionevole ed equilibrata.  

La postfazione è interessante e credo che, letta alla fine del libro, possa aiutare anche a comprendere il senso di tutto il lavoro di questi 15 anni di volontariato durante i quali alle indubbie soddisfazioni si sono aggiunte anche molte difficoltà e attacchi  che, nella maggioranza dei casi, non provenivano dalle "sette", ma da persone che si impegnano dalla stessa parte della "barricata".

Se sarà possibile pubblicherò la postfazione, magari più avanti.


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